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Il paesaggio dolcissimo ed il colore nelle sue essenzialità anima le cose e la fa vivere nel gioco delle sfumature e delle dissolvenze quasi da fare sentire i sospiri ,i profumi, le essenze dei fiori.
C’è atmosfera romantica coinvolgente quasi onirica di un tempo che sfugge o forse di un richiamo al passato, al vissuto che continua a vivere dentro di noi.
C’è una ricerca sofferta di un’emozione antica, di una nostalgia sottile che non rattrista ma suscita un riempimento dell’anima per un sogno che nelle tele della pittrici si confonde con il reale e rivive nei suoi colori, assottigliando il confine tra ciò che è e ciò che vorremmo che fosse. Ma questo è forse il motivo della sua pittura, un tentativo cioè di ridarci una Brianza o forse un paesaggio che non c’è, ma che c’è stato e che vive nel suo Brianza c’è ancora e Carla Colombo ci fornisce i mezzi per leggerla, interpretarla e capirla attraverso la luce dei suoi colori.
Perché il merito dell’artista non è tanto capire ,ma percepire!
I colori sono pensieri della mente, sembra dirci l’artista e la sua creatività si libera dalla fantasia per catturare un reale che a noi sfugge e ce lo regala in tocchi magici di pittura semplice e coinvolgente.
E la fine anche l’amarezza del ricordo del tempo perduto si scioglie nella morbidezza dei contrasti, dei giochi di luce e ombre, della cura del particolare, della raffinatezza degli olii che sembrano uscire dalle tele.
Una pittura che cattura, che parla e soprattutto che sa ascoltare se c’è un sentimento che nasce di fronte ad un’opera di questa pittrice che forse solo il tempo che le manca le impedisce di toccare livelli di impegno professionale più interessanti e certamente imprevedibili.
dott. Romeo Aracri
giugno 2001